Esito del concorso "La voce dei sogni"
1° CLASSIFICATO POESIA:
Non ho più voglia di parole, di Elisa Cabattini
Non ho più voglia di parole è titolo-ossimoro e sottende la necessità di creare un alfabeto in grado di narrare il disordine del mondo, la sua segmentazione in sintagmi narrativi, la successiva, faticosa ricomposizione di un ordine.
Prima – e il prima è un a priori irrinunciabile – c’è altro: dolore, senso della precarietà, bisogno di escludere il senso di estraneità dalla realtà che fagocita l’io.
Così la poesia si trasforma in una sorta di preghiera- invocazione , è essa stessa presa di coscienza del senso di mancanza, dell’abbandono: in questo moto ascensionale ( o di discesa agli inferi, dipende dalla prospettiva dello sguardo), l ’io si mette a nudo, ha negli occhi il deserto bianco del ciechi e si mimetizza in una forma di morte reiterata, che appartiene a tutti, ovvero quella ferita mai sanata che porta a scrivere per altri, dimenticando chiusure liriche o bozzettismi personali.
Questo è il dato qualificante non solo della poesia premiata ma dell’intera terna, compatta e unitaria nello stile maturo e asciutto, in cui l’enjambement lega attimi ripetuti, incessanti, pronti a trasformarsi in memoria comune.
2° CLASSIFICATO POESIA:
In una luce di clessidre, di Benito Galilea
La poesia si caratterizza per la tecnica del chiaroscuro, in cui l’ombra sembra prevalere sui pochi barlumi di luce, come nella migliore tradizione della lirica postmontaliana.
Le figure presenti nel testo, anch’esse legate a Montale, sembrano aprire varchi, occasioni per svelare un spicchio di mondo dove il tentativo di colloquio con gli assenti, i già dati, naufraga, o avviene per caso. Anche il tempo è strappato in questo limbo lirico: il passaggio dal presente a un passato indefinito, l’anno sfebbrato che dissipa il dubbio, la luce di clessidre, tutto compone un ordine sfuggente, frammentario.
A ricomporlo, la capacità tecnica indubbia dell’Autore, la sua grandezza di poeta e di uomo attento, ferito, mai domo all’evanescenza della terra degli umani . Terra che non gli appartiene, terra di cui scrive con dolcezza e indomabile impeto poetico.
3° CLASSIFICATO POESIA
Il Gelsomino, di Maria Gisella Catuogno
La poesia Il gelsomino fotografa un frammento d’eterno,
proiezione illusoria di “un’ardente primavera”, citando l’Autrice. Nell’apparente delicatezza del testo s’intravede l’ambivalente presenza della luce, che è abbaglio e calore, rappresentazione di una felicità effimera, che non può farci dimenticare né il buio, né il dolore. In questa lirica lamusicalità è caratteristica predominante e le assonanze sono perfettamente in sintonia con il contenuto ossimorico, che partendo da un momento di bellezza e di rinascita, volge verso la riflessione allo scorrere del tempo, inarrestabile.
1° CLASSIFICATO NARRATIVA:
Litany, di Ariase Barretta
Un romanzo scomodo e dilaniante, che ti strappa le viscere della coscienza senza lasciare alcuna speranza che tornino al proprio posto. Una storia che ti si incolla alla pelle e non potrai più lavare via. L’orrore della vita, la bellezza della vita. L’infanzia negata, vomitata, scaduta.
La fantasia salvifica, ma solo per poco.
Un racconto che è prosa e anche poesia … una dolce, struggente, litania.
2° CLASSIFICATO NARRATIVA
Due Ali, di Francesca Munari
Scritto scarno, duro, che non concede una sola parola al diletto del lettore. L’andamento lento e malinconico, incentrato su una figura femminile, fa pensare ad alcuni film di Ingmar Bergman degli anni Sessanta. Un buon testo, una sorta di meditazione intorno a una vita e a una famiglia, il cui valore liberatorio si concretizza nella fuga finale della protagonista. Anche con soltanto un’ala si può riuscire a volare.
3° CLASSIFICATI A PARI MERITO
Una,cento,mille vite di Alvise Longega
Domine et serva di Arianna Teso
Due romanzi storici, il primo ambientato in Egitto, il secondo nella Roma antica, entrambi curati nella loro ricostruzione storica e dalla scrittura semplice e scorrevole, ma allo stesso tempo densa di significati ed emozionanti.
PREMIO SPECIALE ONIRICA
Roberta Borgianni
Ciò che colpisce alla prima lettura di Semi – e della terna presentata in concorso – è lo stile: una parola pura, essenziale, capace di coniugare sensualità latente e freschezza di immagini.
Tale finzione lirica - ma è finzione?, viene da chiedersi- condensa in sé il respiro dei poeti antichi: affascina la candida spuma , quasi una trasposizione in chiave moderna dell’alma venus, o la bellezza celata in temi di marmo e oro – viene in mente a proposito il velo delle Grazie di foscoliana memoria.
In realtà l’Autrice scandisce il ritmo dell’efflato lirico in pause che, come cesoie, tagliano il tessuto poetico in versi isolati di pura poesia: le femmine gettano semi al mare / perché tocchino rive lontane. È nel distico finale, poi, una magia che rivela la potenza della parola-femmina, la sua grazia che è creazione ed eros, vicinanza rarefatta e fuga. Ne deriva la percezione di una forza primordiale da contenere nel verso, nell’impatto con la terribile dolcezza del mondo cantabile.
PREMIO SPECIALE DEL PRESIDENTE DI GIURIA
Riverso l’inverno di Lorenzo Donati
Si decide di assegnare il premio a Riverso l’inverno per la semplicità espressiva con cui l’Autore tratteggia l’urlo del cielo nella sua ramificazione scarlatta. Il testo è sapientemente costruito in versi-sintagmi, anche grazie alla presenza di bisillabi assonanti ma stridenti tra loro (stringe – ritmo – orme ) e si completa, quasi avviluppandosi come un tempo-radice che passa e non accade mai, nel termine stasera , vero centro focale di una lirica che è, simultaneamente, paesaggio fisico e mentale, realtà e metafora fugace.
PREMIO SPECIALE POETIKA
Silvia Pallaracci
Un’intensa intuizione poetica anima questi versi, legati a doppio filo con l’introspezione/riflessione sull’esistenza umana e sull’amore.
La ricorrente alternanza di consonanti dolci (elle) e consonante dure (erre), presenti nei termini sapientemente utilizzati per comporre questa lirica, rende molto bene il senso di della dicotomia dell’essere e del sottile limite su cui camminiamo nella vita, sospesi tra anima e carne, gioia e dolore, estasi e abisso.
SELEZIONI IN CORSO
SELEZIONE DI
NARRATIVA BREVE:
"CAMERA 213" 
| CONCORSO
DI HAIKU E POESIA BREVE
"LE CHICCHE DI GRANO" 
|