EMANUELA CARNITI MERINI: UN ESORDIO IN VERSI SOTTO LA STELLA MATERNA

Primogenita di quattro figlie, Emanuela Carniti nasce a Milano nel 1955 dalle nozze fra Alda Merini – poetessa (Milano, 21 marzo 1931 – Milano, 1º novembre 2009) ed Ettore Carniti. A soli quindici anni si sposa e si trasferisce a Omegna, sul lago d’Orta, dove abita da circa quarant’anni. La sua non è una scelta, ma la conseguenza di una fuga da casa col fidanzato di allora, fuga provocata da una lite tra i genitori. Emanuela frequentava, ai tempi, la scuola professionale, sebbene il sogno della sua vita fosse quello di diventare cardiochirurgo o interprete.
Due scelte davvero dissimili! Ma noi umani siamo così complessi, e così insondabile è la nostra anima…
Col tempo, riesce ad avvicinarsi almeno in parte al suo sogno, diventando infermiera. Lavora per cinque anni nell’Ospedale cittadino, poi, con l’avvento della Legge Basaglia, si lancia anima e corpo in quella direzione, riuscendo così a lavorare sul territorio in mezzo ai malati psichiatrici.
“In fondo era quello che avevo sempre desiderato: cercare di comprendere e aiutare chi aveva problemi come quelli che avevo vissuto con mia madre. E poi curare gli altri significa anche prendersi cura di se stessi” afferma, dolcemente consapevole, Emanuela.
Anche la passione per la scrittura è certo una dote in parte “genetica” , o comunque derivante dall’atmosfera respirata in famiglia. Un’eredità, un dono, un’attitudine lasciatale in dote da mamma Alda. Emanuela scrive da quando aveva circa vent’anni, anche se la prima poesia fu scritta per la madre poetessa all’età di nove anni: voleva essere il suo regalo di Natale.
L’autrice si definisce come una persona tendenzialmente solitaria, inquieta, un po’ tormentata e contraddittoria. Solo da poco sta cercando di ritrovare l’aspetto giocoso e rilassato dell’infanzia.

“Forse, per caratteristiche mie personali e per la mia tra-vagliata storia famigliare, quella fase della vita non l’ho vis-suta per nulla. Questo libro è un regalo che mi faccio. È il mio giocattolo, l’ho scritto io e non c’è niente di più creativo del giocare. Questo libro mi sta facendo ritrovare la mia anima bambina e la voglia di sorridere”.

GESTAZIONE
Quando il blu cobalto
emerge all’infinito
incollando terra e cielo
e il lume dei lampioni
non cancella le speranze
ma le rende grate al dì
mi dichiaro al mondo.
Ora mi muovo
verso spiagge inermi
impervi sentieri
non temo la roccia
né il mare
né tantomeno
la violenza del vento
e la sacralità del fuoco.
Quando la notte amica
copre le mie sembianze
illumina cieca
un volto amico
il mio.
Ed è puro piacere
blandire orchi e streghe
e liberar farfalle nel ventre di un’idea